Londra – Scritto da Luisa Costa con la collaborazione gratuita del Prof. Giovanni Serra già primario di neonatologia dell’Ospedale Gaslini di Genova Gaslini
La febbre compare nel corso di un’infezione e induce sempre allarme e preoccupazione per i genitori.
Nei primi tre anni di vita la febbre è frequente in quanto il sistema immunitario di difesa è poco maturo ma i bambini allattati al seno hanno meno episodi febbrili degli altri in quanto il latte della mamma fornisce gli anticorpi che proteggono dall’infezione. Tuttavia, da parte dei genitori, occorre tener conto che la febbre non è una malattia ma un sintomo da considerare come meccanismo di difesa naturale del corpo che aiuta a distruggere i microbi ( virus e batteri).
I comportamenti dei genitori quando il piccolo ha la febbre dipendono dall’età del bambino, dai valori della temperatura febbrile e dal livello di salute. In tutti i casi è preferibile che i genitori non si spaventino e mantengano la calma.
Nel primo mese di vita, periodo neonatale, la presenza della febbre è meno frequente rispetto alle altre età ma, quando compare, i problemi possono essere più gravi, pertanto occorre che il neonato venga portato subito in Ospedale.
Nei mesi successivi , fino al dodicesimo mese di vita, è indispensabile far controllare precocemente il bambino dal Pediatra per capire che non ci siano gravi malattie (meningite, polmonite,setticemia). Tuttavia nei primi anni di vita le problematiche più frequenti che generano la febbre sono i raffreddori, le faringiti, le tonsilliti, le tracheiti, le infezioni delle alte vie respiratorie o le malattie esantematiche (morbillo,rosolia,scarlattina, varicella, quinta malattia, sesta malattia ). Tutte queste patologie sono più frequenti durante il periodo invernale e i genitori debbono conoscere le caratteristiche della temperatura.
Per misurare la febbre, in tutte le età, è utile il termometro elettronico da utilizzare preferibilmente sotto l’ascella, la cui cute deve essere asciutta e il braccio appoggiato al torace per almeno 4 o 5 minuti. La misurazione ascellare ha il vantaggio di facile accessibilità e buona tolleranza per la maggior parte dei bambini e la febbre è presente se la temperatura è superiore a 37,0°C.
Nel primo anno di vita, può essere utilizzato il termometro per via rettale, mentre per via orale si può impiegare quando il bambino è più grande e non morde il termometro. Per la misurazione rettale il termometro va inserito per 2 cm nel neonato e nel lattante; inoltre il bambino deve essere posizionato sulla schiena e più fermo possibile per almeno 1 o 2 minuti.
Prima della misurazione orale il bambino non deve avere ingerito bevande calde o fredde e la parte del termometro sensibile alla temperatura deve essere posizionata lateralmente sotto la lingua e tenere la bocca chiusa per circa 3 minuti. In tutti i casi il termometro, prima dell’utilizzo, bisogna pulirlo con alcool e abbassare la temperatura al di sotto di 36°C. Con l’utilizzo interiore(retto o bocca) del termometro i valori febbrili sono piu elevati di mezzo grado; in questo caso il limite più alto dei valori normali, anziché 37,0°C risulta 37,5°C e il bambino ha la febbre se la temperatura interna è superiore a quest’ultimo valore.
Un altro aspetto importante è valutare i livelli della temperatura.
Se è inferiore a 38,5°C e il bambino non manifesta problematiche cliniche particolari si può non somministrare farmaci e valutare l’evoluzione nei primi tre giorni, dopo i quali la febbre può scomparire. In questa condizione si può farlo bere in abbondanza, preferibilmente con liquidi zuccherati, ma non forzarlo per mangiare se ha poco appetito. La febbre non troppo alta è un meccanismo di difesa naturale del nostro organismo che non va eliminato perché fa funzionare meglio il sistema difensivo anche nei riguardi dei batteri e dei virus.
Se la febbre è superiore a 38,5° C si deve dare il Paracetamolo, farmaco antipiretico e analgesico, meglio tollerato di altri, da somministrare preferibilmente in gocce o sciroppo; se i valori della febbre permangono elevati si può dare il Paracetamolo ogni 4-6 ore, senza superare le 5 somministrazioni al giorno.
Per sicurezza lo sciroppo non va utilizzato con cucchiai o cucchiaini ma con il misurino della confezione. Un farmaco alternativo è l’ibuprofene che però non deve essere usato se la febbre origina dalla varicella. Se la febbre rimane molto alta dopo 24 o 48 ore dall’inizio della terapia o se compaiono sintomi particolari come rifiuto di bere, vomito ripetuto e intenso, torpore, sonnolenza o spossatezza occorre coinvolgere il Pediatra.
In questi casi, generalmente, vengono somministrati anche gli antibiotici per proteggere il bambino da ulteriori complicazioni. Tuttavia, l’antibiotico non deve essere utilizzato se il bambino ha la febbre soltanto con il mal di gola e arrossamento delle tonsille, senza pus.
Purtroppo, in alcuni casi possono comparire convulsioni febbrili, con temperatura pari o superiore a 39,0°C, che non scompaiono con l’utilizzo delle medicine per la febbre e già al primo episodio convulsivo è indispensabile che il bambino venga valutato per controllare se sono presenti altre patologie.
Sintesi dei provvedimenti se il bambino ha la febbre:
– Per misurare la febbre è preferibile usare il termometro elettronico digitale posizionandolo sotto l’ascella e tenendolo almeno per 4-5 minuti; con questa valutazione c’è la febbre se la temperatura è superiore a 37,0° C.
In alcuni casi è possibile utiizzare il termometro da inserire nel retto ma occorre evitare quelli da impiegare a livello della fronte o nell’orecchio perché non sono precisi.
– Nel primo mese di vita, se il neonato ha la febbre, contattare precocemente il pediatra ma tener conto che è preferibile portare il piccolo bambino nell’Ospedale per un controllo più corretto possibile.
– Nei lattanti, dal primo mese di vita fino all’anno, se compare la febbre, con temperatura variabile ma più frequentemente superiore ai 38,5° C , oltre la somministrare del paracetamolo, se dura più di 48 ore, contattare sempre il Pediatra.
– Con l’età superiore al primo anno di vita, se la temperatura è frequentemente più bassa di 38,5° C e il bambino non ha sintomi di rilievo,oltre allo scarso uso del paracetamolo, si può evitare la visita medica di controllo.
Se la temperatura è sempre più elevata di 38.5° C, occorre somministrare il paracetamolo ogni 4 ore e seguire l’evoluzione della febbre, tenendo conto che la temperatura è più bassa la mattina e più alta la sera. Se la febbre supera i 40°C, oltre il paracetamolo, si possono effettuare degli impacchi con il fazzoletto e acqua tiepida.
In tutti questi casi, se il bambino ha anche sintomi di rilievo è preferibile contattare il Pediatra.
– Nel corso di febbre dare da bere acqua o thè deteinato, latte, camomilla o liquido zuccherato, succhi di frutta. Non forzare il bambino a mangiare ma concedere piccoli pasti con alimenti, facilmente digeribili, se il bambino lo desidera.
Inoltre mantenere la stanza da letto con temperatura intorno a 20 gradi e non coprire troppo il bambino con indumenti o coperte pesanti.
– Se compaiono le convulsioni e la temperatura supera 37,0°C è utile somministrare subito il paracetamolo e richiedere il controllo pediatrico. Non somministrare mai l’aspirina ( acido acetilsalicilico).
Quando si usano gli antibiotici, utilizzare sempre i fermenti lattici.
Leave a Reply