L’allergia alimentare nei bambini

alleGenova – L’allergia alimentare è una rapida ed esagerata reazione patologica del sistema immunitario nei confronti di un alimento ingerito.
Alcune volte, però, un alimento non provoca allergia ma una reazione chiamata “intolleranza alimentare”.
Nell’attuale società, il problema allergia è molto presente e molti genitori lamentano i disturbi dei figli.

Ma la vera allergia alimentare prevale nei primissimi anni di vita, coinvolgendo circa il 6% dei bambini sotto ai 3 anni.

Successivamente si riduce, raggiungendo l’incidenza analoga a quella degli adulti, verso i 10 anni.

Gli alimenti scatenanti l’allergia nei bambini più piccoli, sono: il latte vaccino (2,5%), l’uovo (1,3%) le arachidi (0,8%), la soia (0,4%), il pesce (0,1) e i crostacei (0,1%). Ma, talvolta, le allergie possono essere provocate da mele, pere, pesche, kiwi, banane, noci, carote, sedano, cioccolato.
E’ bene precisare, però, che la maggior parte dei bambini non sviluppa allergia a più di due alimenti, contemporaneamente.

Le forme provocate da latte, uova e soia, si risolvono all’inizio dell’età scolare nell’80% dei casi. Quelle prodotte da altri alimenti (arachidi,noccioline,pesci) possono permanere, e solo il 20% dei bambini, con questo tipo di allergie, ha una risoluzione nell’arco di cinque anni, tuttavia con possibilità di qualche recidiva.

L’allattamento al seno, almeno fino ai 6 mesi di vita, è la prima prevenzione per l’allergia nei lattanti.

Ma le madri debbono evitare l’assunzione di alimenti potenzialmente allergizzanti nel corso della gravidanza e/o dell’allattamento.

I sintomi di esordio più comuni sono a carico della cute e delle mucose, con arrossamento del volto, comparsa di bruciori e piccole macchie (pomfi), prurito e bruciore della mucosa orale, con edema delle labbra.

Possono comparire anche sintomi nella zona gastrointestinale, con dolore addominale, nausea, vomito e diarrea.

Oppure alle vie respiratorie, con rinite acuta e broncospasmo.

In alcuni casi, fortunatamente più rari, sin dall’esordio, possono comparire sintomi più accentuati, particolarmente grave la difficoltà respiratoria e il calo di pressione.

In presenza di manifestazioni cliniche di tipo allergico occorre portare il bambino al Pediatra curante.
Ma, se non vengono risolti i problemi, conviene andare da un pediatra con specifica competenza allergologica o nel settore ospedaliero di malattie allergiche.

La prima diagnosi si basa sui test cutanei (Prick Test), sulla superficie volare dell’avambraccio, valutando la comparsa di reazioni allergiche ,dopo somministrazione, sotto cute, di antigeni di diversa natura.

Dopo l’ identificazione dell’alimento e il tipo di allergene in questione, si può eseguire il Rast per alimenti (IgE specifiche).

Quando si ha diagnosi certa, la prima misura terapeutica è basata sulla eliminazione dell’alimento al quale il bambino è sensibilizzato.

Nei casi più gravi sarà necessario l’utilizzo di farmaci prescritti dall’Allergologo.

Consulenza medico scientifica gratuita: Prof. Giovanni Serra già Primario Neonatologia Ospedale Gaslini di Genova.

Luisa Costa

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