I genitori con le parole insegnano i bambini a parlare

mor_og_barn_None_0Genova – Una delle cose più importanti al mondo d’oggi è “insegnare “ ai bambini, parlando a casa.
I genitori devono capire che parlare ai bambini è molto utile per l’apprendimento del linguaggio.

Purtroppo ci sono genitori che non riescono a cenare con i figli, bambini che durante i pasti guardano la TV, che però non aiuta ad avere un vocabolario migliore e a capire più velocemente le parole.

Un gruppo di scienziati americani si è occupato dello sviluppo del linguaggio infantile.
Essi hanno valutato numerosi bambini nei primi anni di età.

In base alla loro attività, il numero delle parole che il bambino deve conoscere, al termine dei primi 24 mesi di vita, può essere circa 350, con significato di vario tipo.
Il numero minimo alla stessa età può essere soltanto 25 parole, in grado di conoscere e pronunziare. Da questa ricerca è risultato che un bambino medio, all’età di due anni, conosce circa 150 parole e i risultati globali sono compresi tra 75 e 225 parole conosciute.
Un altro gruppo di ricercatori americani ha studiato 29 bimbi di 19 mesi,( tutti di origine latino americana), fornendo un apparecchio fisso per cogliere tutti i suoni a cui venivano esposti durante una giornata.

Dall’apparecchio è emerso che alcuni bambini, nel corso del giorno, coglievano 12 mila parole e altri non più di 670, un numero più basso di un messaggio televisivo all’ora.

Non tutte queste parole venivano rivolte a loro, ma colte dalla TV o da dialoghi tra genitori, nonni o parenti.
Un errore in questo settore è non parlare direttamente con i bambini e un altro errore è parcheggiarli davanti alla TV, pensando possa fungere da sostituto.
Per facilitare l’apprendimento del linguaggio non è sufficiente solo parlare con il bambino ma è utile avere anche un rapporto di interazione.
Generalmente il bambino primogenito può imparare molto prima rispetto a un fratello più piccolo, perché dai genitori ha ricevuto maggiore attenzione e stimolazione, essendo l’unico figlio nei primi anni di vita..
Per aiutare i bambini a sviluppare il linguaggio nei primi tre anni, i genitori devono eseguire le seguenti attività.

Nel primo anno,i genitori debbono parlargli spesso, leggere libri illustrati, cantare canzoni, insegnargli i nomi delle persone che incontra spesso, portarlo in siti nuovi e giocarci sovente.
Negli ultimi tre mesi di questo periodo il bambino riconosce il suo nome, quello della madre e del padre e altre due o tre parole.

Nel secondo anno di vita, nei 16 mesi, oltre le 20 parole, il vocabolario medio del bimbo si compone di 50 frasi circa.
Inoltre capisce più parole di quante sappia usarne e ne utilizza altre per avere altro cibo o continuare a giocare.

Chiacchiera frequentemente sia quando è da solo, sia con i familiari. I genitori, in questa fase, debbono sostenere il bambino, attivarlo, incoraggiarlo, descrivere e spiegare quello che vive, che ascolta o prova, fargli ascoltare musica e vedere video cassette.

Tra i due e i tre anni il bambino identifica bene le parti del corpo, dialoga con i suoi giocattoli, usa frasi complete.

Al termine di questa età il bambino conosce circa 450 vocaboli e la lunghezza media delle frasi è in continua espansione.

In questo periodo i genitori devono continuare a favorire il miglioramento del linguaggio, ripetendo più volte le parole nuove, leggendo al bimbo un libro ogni giorno, istituire dei colloqui con il bambino, farlo parlare e ragionare con delle domande.

Collaborazione Medico-Scientifica gratuita del Prof. Giovanni Serra già Primario Neonatologia Ospedale Gaslini di Genova
Luisa Costa

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