La “care” del neonato a rischio e del prematuro

stacks_image_27Londra – La “care” non riguarda l’atto terapeutico per la cura delle patologie del neonato ma una serie di accorgimenti, misure, interventi che riguardano le modalità generali di assistenza.

Generalmente non applicata integralmente in tutti i luoghi predisposti.

I principi fondamentali della “care” sono i seguenti:

⁃ interventi rivolti all’ambiente, riguardanti la luce, il rumore, la stanza di degenza, l’incubatrice e il lettino;

⁃ maggiore attenzione ai bisogni del neonato;

⁃ accoglienza dei genitori nel reparto della terapia intensiva neonatale (TIN), che devono essere visti come un tutt’uno con il piccolo;

⁃ l’offerta ai genitori di consigli e competenze, orientate a promuovere la comunicazione con il neonato;
⁃ coinvolgimento della madre o del padre, affinché diventino parte attiva nell’assistenza del neonato.

Importante obbiettivo della “care” è ridurre tutte le sorgenti di stress e quindi i comportamenti compensatori negativi.

E’ fondamentale promuovere le competenze di autoregolazione, per garantire la corretta organizzazione della motricità e delle capacità relazionali.

Per evitare i numerosi elementi di disturbo del neonato, nell’ambiente della TIN occorre seguire i seguenti interventi:
⁃ ridurre la luce intensa e utilizzare luce a “spot” durante le procedure assistenziali;
⁃ abbassare le tapparelle alle finestre, evitare i rumori forti e parlare a bassa voce dove ci sono i neonati;
⁃ nelle stanze di degenza, dove ci sono le incubatrici e i lettini, evitare di posizionare lavandini, apparecchi telefonici, frigoriferi, ecc.

Essenziale risulta il coinvolgimento dei genitori: devono avere entrambi la possibilità di accedere al reparto, ma devono essere incoraggiati a sperimentare il contatto fisico con il piccolo, coccolandolo e, se possibile, prendendolo in braccio.

Le posizioni corrette da far assumere al neonato in braccio, devono tenere conto di alcuni principi :
⁃ la testa del bambino va mantenuta diritta, ne troppo flessa, ne troppo estesa, il più possibile sulla linea mediana;

⁃ gli arti superiori ed inferiori vanno allineati sulla linea mediana, con le spalle e le anche chiuse;
⁃ in tutte le posizioni in braccio va dato adeguato sostegno alla testa ed al tronco, per non avviare nel bambino l’ uso di schemi posturali errati.

La partecipazione dei genitori, oltre al contributo dell’assistenza, può promuovere un più appropriato sviluppo cerebrale.Tale approccio si chiama “Developmental care”.

Per ottenere questo importante risultato neurologico, occorre promuovere l’arricchimento dell’ambiente con la creazione di stimoli, la riduzione di eventi stressanti, il ricongiungimento della famiglia con offerta ai genitori di consigli e competenze orientative.

luisa costa
Consulenza Medico Scientifica Prof.Giovanni Serra, già Primario Neonatologia Ospedale Gaslini di Genova

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